lunedì 2 aprile 2012

Delusioni inaspettate

FUUUUUUUUUU
Forse con questo “articolo” mi tirerò addosso le ire di quei pochi che passano per caso da questo mio angolo di web però DEVO parlarne. E’ uno dei motivi che mi ha spinto ad aprire questo blog.

Sì, desidero dire la mia opinione e comunicarla a più gente possibile.

Era il 2005 e avevo circa 14 anni. Un giorno, durante uno di quei pomeriggi infiniti passati a studiare (leggasi: distrarmi con qualsiasi cosa, bastava il volo delle mosche o un pelucco di solito, per 3 ore avendo dei libri aperti davanti), alla radio passò lo spot pubblicitario di un nuovo libro fantasy. Quello era il mio periodo fantasy e per questo quella voce che parlava di un libro con dentro: elfi, nani, guerre, draghi e chi più ne ha più ne metta, devo esser sincero, mi fece avere una discreta erezione.

Mi piazzo davanti al pc e digito sulla barra di google il titolo del libro: “Eldest”. Leggo che è il seguito di un libro intitolato “Eragon” uscito qualche anno prima e che questi erano stati scritti da un pischello che aveva soltanto 2 o 3 anni in più di me (se non erro) rispondente al nome di Christopher Paolini e che quelli erano i primi 2 libri di una trilogia chiamata: “la Trilogia dell’Eredità”.


Ne parlai con mio padre e qualche sera dopo tornò a casa con i due libri. Iniziai il primo la sera stessa e mi prese talmente tanto che andai a letto alle 02:00 del mattino. Mi sentivo come quei ragazzini nei film che leggono sotto le coperte con una lucina per illuminare le pagine. Divorai le , quasi, 600 pagine del primo libro in soli tre giorni e attaccai subito con il secondo che era bello e coinvolgente cento volte più del primo.

Mi innamorai dei personaggi, di Alagesia (il continente in cui si svolge la vicenda)dei luoghi descritti e delle lingue parlate da quei popoli fantastici. Ad ogni pagina mi sentivo risucchiato dentro un vortice di emozioni: rabbia, paura, dolore, meraviglia, stupore, felicità, tristezza, dolcezza e potrei andare avanti all’infinito. Inutile dire che attesi il terzo e ultimo libro come una ragazzina attende l’arrivo della boy band del momento al concerto a cui è presente.

Iniziarono a trapelare le prime news riguardo al titolo, la trama e la data di uscita. Poi arrivò la grande notizia: “La Trilogia dell’ Eredità” diventerà “Il Ciclo dell’Eredità”. Non stavo nella pelle, pensavo a quando sarei ritornato ad Alagesia e al fatto che la mia permanenza era stata prolungata. Ero felice.

Finalmente, dopo 3 anni, esce il terzo libro dal titolo “Brisignr” dalla storia editoriale controversa e che ha subito moltissimi rinvii. Di anni ne avevo 17, però l’intero libro, nonostante abbia trovato le atmosfere e i dialoghi un po’ più cupi rispetto ai libri precedenti, mi regalò ancora tante emozioni. Leggendo la storia, si aveva la sensazione che il personaggio che avevamo conosciuto in un età che possiamo considerare di passaggio tra l’essere ancora bambini e il diventare grandi, fosse cresciuto insieme a noi. Era maturato, attraversando tutte quelle fasi che anche noi lettori ci siamo trovati a passare. Mi sentivo un po’ come lui. Capace di grandi cose ma ancora insicuro su come mettere in pratica le proprie capacità. Il dramma di ogni adolescente insomma. Grazie a questo fattore l’immedesimazione nel protagonista fu totale e divorai anche quello in pochissimo tempo.

Bisognò aspettare altri 3 anni per avere in mano il capitolo conclusivo del ciclo. Dicembre del 2011 l’ormai ventenne me stesso si reca alla Feltrinelli per acquistare “Inheritance”. Quando lo presi in mano fui pervaso da un senso di tristezza, quel mattone da 800 pagine rappresentava la fine di un intero capitolo della mia vita. Andai alla cassa, pagai, e tornai a casa. Furono giorni di fuoco per le mie pupille che fissavano righe su righe di lettere stampate finché non arrivai all’ultima pagina e finii il libro.

Delusione.

Dopo le millemila emozioni provocatemi dai tre libri precedenti, questa, non me l’aspettavo proprio per niente. Sono sicuro che qualcuno a cui sia piaciuto ci sia ecco perché premetto che tutto quello che scriverò adesso sono opinioni personali.

Io, del libro, non salvo praticamente nulla.

La trama è estremamente scontata, i colpi di scena sono banali (tranne uno ben piazzato) rispetto a quelli dei libri precedenti e l’azione è come se fosse stata dilatata in maniera inutile. Paolini e la casa editrice avranno deciso di aggiungere un quarto libro per spremere il più possibile questa gallina dalle uova d’oro. Ottima operazione commerciale ma la storia ne risente un sacco. Non regala nessuna emozione e quello che tanto mi era piaciuto? Cosa ne è stato del tanto decantato fattore immedesimazione? Inesistente. Paradossalmente le fasi più coinvolgenti del libro sono quelle in cui il personaggio principale è il cugino del protagonista del Ciclo che, ricordo a chi legge, è un personaggio secondario. Ma quello che ha ucciso tutto è stato il finale. C’è poco da dire, è brutto, sembra scritto in due minuti e ricorda TROPPO il finale di una famosa trilogia fantasy (Tolkien dice nulla?).

Ora, non so se quello che ho percepito io sia l’opinione più diffusa o se sono cresciuto ulteriormente, a livello mentale, tanto da non riuscire ad apprezzare l’opera finale del giovane Paolini però, mi ripeto, che delusione!

1 commento:

  1. Mai stato un appassionato di fantasy, ma vidi il film qualche anno fa...purtroppo. Certe trasposizioni non dovrebbero esser fatte, soprattutto in modo così mediocre. IMHO.

    Mi spiace per la delusione sulla conclusione della serie, immagino che avrei provato la stessa sensazione se " Guida galattica per autostoppisti" si fosse concluso in modo prevedibile.

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