giovedì 19 aprile 2012

E te chi sei?

Sì, lo so. Ho trascurato il blog nell’ultima settimana. Non c’è momento in cui io non me lo rimproveri poiché, se ho iniziato un qualcosa, é bene che io la porti avanti senza stacchi prolungati.

Veniamo subito a noi.

Da buon appassionato del mondo videoludico mi documento spesso sulle varie uscite e su come va il mercato.

La cosa che più si nota al momento è la grossa difficoltà che hanno nell’imporsi le nuove IP. E’ recente la notizia delle scarsissime vendite di Binary Domain, TPS futuristico sviluppato da Sega, di cui quasi tutti parlano bene. Io, non l’ho giocato quindi non posso esprimermi però posso fare delle osservazioni.

Perché questo titolo non ha venduto bene?



E’ scadente? Può essere. Poca pubblicità? Possibile. Non porta sopra il nome di un brand famoso? Sicuramente. In questa generazione succede così, o il gioco è famoso o non vende nulla. Siamo sommersi di seguiti di titoli affermati, e poco importa se tra un titolo e l’altro cambia poco o addirittura niente, Call of Duty è l’esempio più lampante di gioco UGUALE riproposto ogni santo anno. E chi dice che la minestrina riscaldata non piace? Piace, alla maggioranza piace eccome.

Altra tendenza del mercato di oggi è quella del reboot. Per reboot si intende l’azzerare storia e personaggi reinventando tutto da capo mantenendo però intatto l’ambiente narrativo. Il più atteso è sicuramente il controverso reboot di Devil May Cry, esatto, quello con il Dante dalle sembianze più “giovanili” come dissero i Ninja Theory (Sowtware House che si occupa dello sviluppo del titolo). Certo, è un cambiamento ma le meccaniche e lo spirito del titolo sono sempre quelli oltre al fatto che la copertina mantiene la scritta Devi May Cry capace di attirare le masse come le falene vengono attirate dalle luci.

Eppure c’è gente che rischia. Gente che nonostante sappia perfettamente che il mercato in questo momento segue una direzione ne prende un’altra investendo le proprie risorse su progetti nuovi. E nascono nuovi universi narrativi, nuove storie, nuovi personaggi. Alcuni esperimenti non riescono assolutamente dimostrandosi delle discrete cagate altri invece riescono bene ma non hanno seguito perché le masse non lo considerano nemmeno. D’altronde chi è disposto a prendere il titolo X a 70 euro quando accanto abbiamo giochi del calibro di Mass Effect, Skyrim o altri grandi titoloni blasonati al medesimo prezzo? Non è un ragionamento sbagliato, anzi, forse è quello più giusto; però, sostengo, che ogni tanto una possibilità a dei giochi nuovi la si debba dare. Ci sono titoli come Enslaved, Vanquish, Bulletstorm e Shadows of The Damned (lo sto giocando in questi giorni e non capisco chi gli da addosso, è un gioco che ha tutto, ma ne parleremo…) che non hanno nulla da invidiare alle grosse produzioni, anzi, io li reputo anche meglio perché questi titoli sono riusciti ad offrirmi una grande dose di divertimento che, io ritengo, è la BASE del videogioco.

Non basatevi soltanto sulle pubblicità martellanti, seguite anche i progetti che non hanno nomi noti, informatevi dopo l’uscita del nuovo titolo e, ogni tanto, provate a buttarvi potreste rimanere piacevolmente sorpresi.

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